ZAMJATIN

ZAMJATIN - NOI

Evgenij Ivanovič Zamjatin, talvolta traslitterato come Yevgenij Zamyatin, nacque a Lebedjan' il 1º febbraio 1884 e morì a Parigi il 10 marzo 1937. È stato uno scrittore e critico letterario di notevole importanza nel panorama letterario del primo Novecento. Fu particolarmente famoso al di fuori del suo paese per il romanzo distopico "Noi", scritto tra il 1919 e il 1921 e pubblicato solo nel 1988. Quest'opera ha avuto un forte impatto su successivi autori come Aldous Huxley, Ayn Rand e George Orwell. Zamjatin si distinse anche come autore di racconti e novelle, spesso caratterizzati da una satira nei confronti del regime comunista.

Biografia

Zamjatin crebbe in una famiglia con una formazione culturale elevata; suo padre era un prelato e insegnante, mentre sua madre era musicista. Studiò ingegneria navale a San Pietroburgo tra il 1902 e il 1908 e durante questo periodo si unì ai movimenti rivoluzionari. Arrestato durante gli eventi del 1905, trascorse mesi in isolamento, dedicandosi allo studio dell'inglese, della stenografia e alla scrittura di poesie. Dopo la sua liberazione nel 1906, fu esiliato nella sua città natale, ma tornò illegalmente a San Pietroburgo, dove si laureò. Lavorò come ingegnere e insegnante, ma fu nuovamente arrestato nel 1911 e costretto a lasciare la capitale. Solo un'amnistia nel 1913 gli permise di tornare, e in quell'anno pubblicò il racconto "Uezdnoe", che gli procurò una certa notorietà.

Dopo la Rivoluzione del 1917, Zamjatin continuò a scrivere per diversi giornali e si dedicò anche alla traduzione di opere di autori stranieri. Fondò il gruppo letterario "I fratelli di Serapione" insieme ad altri scrittori dell'epoca, per i quali tenne lezioni. Sebbene inizialmente fosse favorevole alla Rivoluzione d'ottobre, si oppose al sistema di censura e alla violenza del nuovo regime. I suoi scritti divennero sempre più critici nei confronti del governo, e in uno dei suoi racconti descrisse una città in cui il sindaco imponeva l'uguaglianza in modo forzato e surreale.

Zamjatin affermò che "la vera letteratura può esistere solo quando è creata da folli, eremiti, eretici, sognatori, ribelli e scettici". Questa posizione gli costò caro, e le sue opere furono infine proibite. Dopo la pubblicazione non autorizzata di "Noi" nel 1927, la sua situazione divenne insostenibile. Nel 1931, grazie all'intercessione di un noto scrittore, ottenne il permesso di lasciare il suo paese e si trasferì a Parigi, dove visse in condizioni difficili fino alla sua morte avvenuta nel 1937. È sepolto nel cimitero di Thiais, a sud della capitale francese.


CELESTE MALFATTA

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